#paracetamolo #oppioidi
All’interno del blog di Cochrane* Andrew Moore -che ha scritto oltre 200 revisioni sistematiche e molte delle quali sul dolore- solleva il dubbio riguardo il Paracetamolo: è davvero efficace e sicuro?
Per molti anni il Paracetamolo è stato il farmaco maggiormente utilizzato per qualunque tipo di condizione dolorosa (acuta e cronica). NICE -National Institute for Health and Care Excellence- lo consiglia per il dolore lombare e per l’osteoartrite; le combinazioni di paracetamolo più altri oppioidi sono tra le terapie più comuni per il trattamento del dolore neuropatico, inclusa la lombalgia con componente neuropatica. Nel 2015 in Inghilterra sono stati spesi 87 milioni di sterline per l’acquisto di paracetamolo, ma questo calcolo non include la quantità altrettanto elevata di paracetamolo più oppiacei prescritti per dolori cronici.
Una revisione sistematica di Cochrane** ha però dichiarato in modo inequivocabile che il Paracetamolo non funziona, in particolare nel trattamento della lombalgia. Siccome tale farmaco è uno dei più raccomandati dai medici e dei più utilizzati dai pazienti con lombalgia non specifica, è stato effettuato questo studio con lo scopo di valutarne l’efficacia in termini di riduzione del dolore e disabilità come outcame primari. In nessuna fase dello studio (tra 1 e 12 settimane) con una somministrazione di 4.000 mg ogni giorno, il Paracetamolo si è dimostrato più efficace del placebo e non sono state trovate evidenze nemmeno riguardo il suo utilizzo nella lombalgia cronica.
Anche per quanto concerne l’osteoartrosi le migliori e più recenti prove scientifiche indicano un vantaggio poco significativo rispetto al placebo. Per il dolore neuropatico cronico, una revisione sempre di Cochrane rivela una totale mancanza di risultati a favore del paracetamolo. Il paracetamolo è anche senza effetto nel dolore oncologico ed è di scarsa efficacia nel dolore postoperatorio acuto e nell’emicrania.
A fronte di queste scoperte, il Paracetamolo, seppur inutile, è almeno sicuro?
– Una revisione sistematica degli studi osservazionali mostra che il paracetamolo è associato a una maggiore mortalità, a eventi avversi cardiovascolari (infarto del miocardico fatale o non fatale, ictus o malattie coronarie), effetti collaterali gastrointestinali (ulcere e complicazioni come emorragia gastrointestinale) e insufficienza renale;
– uno studio su un campione di popolazione esposto alla somministrazione di paracetamolo (non in sovradosaggio) ha rilevato un tasso di insufficienza epatica acuta e una maggiore registrazione per il trapianto del fegato, rispetto all’utilizzo di FANS;
– uno studio randomizzato nel dolore cronico ha mostrato che i pazienti che assumevano il paracetamolo avevano una probabilità quattro volte superiore di avere risultati anomali nei test di funzionalità epatica rispetto a quelli che assumevano placebo;
– uno studio randomizzato riguardo l’artrite, ha mostrato tassi molto elevati di effetti collaterali associati al Paracetamolo.
Il concetto chiave di quanto affermato in questo blog è che il Paracetamolo non è efficace per alleviare il dolore ed è responsabile di numerosi effetti collaterali tra i quali alcuni, seppur rari, molto gravi. Il problema più grave è che il consumo di questo farmaco è talmente diffuso che le quantità non si misurano né in chilogrammi, né in tonnellate, ma in migliaia di tonnellate l’anno.
Fonti
* http://www.evidentlycochrane.net/paracetamol-widely-used-ineffective/
** https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=CD012230