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La sindrome da apnea ostruttiva nel sonno, nota anche come OSAS (acronimo inglese per Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è caratterizzata da ripetuta ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno che porta all’interruzione della ventilazione, alla riduzione intermittente della saturazione di ossigeno nel sangue, a continui e ripetuti risvegli, sonno disturbato e aumento transitorio dell’attività del sistema nervoso simpatico.
La ventilazione meccanica notturna a pressione positiva continua (CPAP) rappresenta il trattamento di riferimento e, per i pazienti che non sono in grado di tollerala, si può ricorrere ai dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) che prevengono gli episodi di ostruzione modificando l’anatomia delle vie aeree superiori, per ingrandire e mantenere una via aerea aperta.
Tuttavia più del 50% dei pazienti presenta apnee ostruttive senza anomalie anatomiche importanti, il che suggerisce che la maggior parte delle OSAS sono causate da disturbi di tipo funzionale.
Il mantenimento della pervietà delle vie aeree superiori durante tutto il ciclo respiratorio dipende dai muscoli dilatatori delle vie aeree superiori, che sono principalmente innervati dal nervo ipoglosso. Questo probabilmente spiega perché il trattamento “funzionale” ha dimostrato di ridurre efficacemente l’indice di apnea-ipopnea (AHI). Il ganglio sfenopalatino (SPG), situato nella zona posteriore della fossa pterigo-palatina , è un ganglio del sistema nervoso autonomo composto da nervi misti che innervano le vie respiratorie superiori. La sua stimolazione tramite tecniche fasciali è ampiamente utilizzata nella pratica osteopatica, per la gestione dell’ostruzione nasale, della rinite cronica e del russamento. L’esperienza clinica e le osservazioni pubblicate suggeriscono infatti una riduzione delle roncopatie (che implicano l’instabilità delle vie aeree superiori durante il sonno come per le OSAS) dopo il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) dell’SPG.
È stato pertanto effettuato uno studio randomizzato, controllato e in doppio cieco, il cui outcame primario era la determinazione della pressione critica di chiusura delle vie aeree superiori nei soggetti svegli (Pcrit: definita come la pressione negativa oltre il quale le vie aeree superiori collassano; riconosciuto come indice di collassabilità delle vie aeree superiori), per testare la teoria secondo la quale il trattamento osteopatico dell’SPG potrebbe migliorare la stabilità delle vie aeree superiori.
Le variazioni relative del Pcrit a 30min di trattamento OMT((PcritAM30) e placebo ((PcritSM30) sono state rispettivamente were −4.5[−9.9;-1.0] (p = 0.078) cmH2O e +1.7 [0.4; 6.5] cmH2O (p = 0.16). La differenza media PcritAM30-PcritSM30 è stata di -6,2 [-22,0; -2,3] cmH2O (p = 0,078) (differenza media: -16,9 ± 25,2 cmH2O). A 48h dalla somministrazione del trattamento 4 su 7 pazienti sottoposti a OMT hanno avuto risposte positive, rispetto a un solo paziente sottoposto a placebo (p = 0,266). Le variazioni di Pcrit dopo OMT (PcritAM48) e placebo (PcritSM48) a 48h erano rispettivamente di -9,2 [-20,9; -1,8] (p = 0,031) cmH2O e +1,9 [-3,3; 12.4] cmH2O (p = 0.81). La differenza media PcritAM48-PcritSM48 era di -26 [-32,9; -0,4] cmH2O (p = 0,109).
Grazie a questo studio si è potuto dimostrare che il trattamento manipolativo osteopatico dell’SPG può migliorare la stabilità faringea nella sindrome dell’apnea ostruttiva del sonno.
Fonti
Jacq et al., BMC Complementary and Alternative Medicine 2017, 17: 546
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=PMID%3A+29262824