Giornata Mondiale dell’udito: l’osteopatia può aiutare

Giornata Mondiale dell’udito: l’osteopatia può aiutare

Il 3 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno celebra la Giornata Mondiale dell’Orecchio e dell’udito. Il peso economico dei disturbi dell’udito si stima superi i 21 miliardi di euro in Italia e 178 nell’Unione Europea. La giornata nasce appunto per sensibilizzare la popolazione sull’impatto  e le conseguenze dell’ipocusia, causa di isolamento e difficoltà di comunicazione, perdita di produttività sul lavoro e difficoltà scolastiche.

Da un’indagine recente è emerso che l’osteopatia sembra essere efficace per la cura e prevenzione dell’otite media nei bambini. In occasione di questa giornata, condividiamo quindi l’estratto della ricerca.

Pubblicata nel giugno 2014 sul The Journal of American Osteopathic Association , la ricerca è stata condotta da un team di 5 osteopati.

Per il testo completo: Effect of osteopathic manipulative treatment on middle ear effusion following acute otitis media in youngchildren: a pilot study.

Sintesi

L’otite media acuta (OMA) è molto diffusa in età infantile. La sua diffusione nell’orecchio medio (MEE – Middle Ear Effusion) può portare alla perdita uditiva, per questo comunemente si ricorre ad un intervento chirurgico. L’obbiettivo è valutare l’efficacia di un protocollo del trattamento manipolativo osteopatico (TMO) sulla risoluzione MEE a seguito di un episodio di OMA. Gli autori hanno ipotizzato che il TMO, in aggiunta alle cure standard per i bambini con OMA, ridurrebbe la durata della MEE dopo l’insorgenza di AOM.
Per quanto concerne i metodi si è messa a confronto la terapia unica standard (SCO – Standard Care Only) e la cura standard più TMO (SC + OMT) per la durata di MEE con conseguente AOM. I pazienti sono stati scelti tra quelli in età compresa tra 6 mesi a 2 anni. Il gruppo SC + OMT ha ricevuto il TMO durante le 3 visite settimanali. Le letture timpanometrica e reflectometrica acustica (AR) settimanali sono state ottenute da tutti i pazienti.

Quali risultati?

Tra i 52 pazienti del campione sottoposto a sperimentazione 43 hanno portato al termine la fase di studio e 9 hanno deciso per l’abbandono. Non sono state rilevate differenze demografiche. Sono stati inclusi i casi di pazienti con timpanogrammi anormali all’inizio del percorso d’indagine.
76 sono state le orecchie indagate per il timpanogramma (38 da SCO; 38 da SC + TMO) e 61 le orecchie per l’analisi dei dati AR (31 da SCO; 30 da SC + TMO).
Nella lettura AR è stata notata una dipendenza bilaterale dell’orecchio rispetto alla malattia, questo dato è stato poi contabilizzato nelle analisi statistiche. I dati del timpanogramma hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella MEE alla terza visita effettuata dai pazienti del SC + il gruppo del TMO (odds ratio, 2.98; 95% intervallo di confidenza, 1,16, 7,62; χ (2) Test per l’indipendenza, P = .02).
L’analisi dei dati ha mostrato nella lettura AR un miglioramento statisticamente significativo alla terza visita per il gruppo SC + OMT (z = 2.05; P = .02). Non c’era alcuna variazione statisticamente significativa MEE prima o immediatamente dopo il protocollo TMO.

CONCLUSIONE:
Un protocollo standardizzato TMO, praticato in aggiunta al trattamento standard per i pazienti con OMA, può portare alla risoluzione più rapida delle problematiche di MEE legati all’Otite Media Acuta.

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