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La prima scuola di medicina osteopatica fu fondata nel 1892 da Andrew Taylor Still. Il sui primi lavori erano basati sull’idea della “capacità innata del corpo di curarsi” che, ben presto, diventò la pietra angolare della filosofia osteopatica. Più tardi, alla fine del XIX secolo, quando Still aprì la Scuola Americana di Osteopatia, gli sport professionali e collegiali stavano diventando popolari. La reputazione di Still, e quella degli osteopati in generale, crebbe sempre di più, tanto che furono ben presto considerati come professionisti altamente qualificati in grado di alleviare e prevenire i traumi sportivi. Di conseguenza, Still è ancora oggi conosciuto come un pioniere nella medicina dello sport. Molti atleti traumatizzati che cercavano sollievo nei trattamenti manipolativi, fecero la loro strada accompagnati da Still e dagli altri osteopati. Uno dei personaggi sportivi più conosciuti tra quelli che hanno frequentato la scuola americana di osteopatia e hanno fatto largo uso delle manipolazioni osteopatiche per il trattamento dei propri atleti, è stato certamente Forrest ”Phog” Allen (1885-1974), leggendario allenatore di basket del Kansas Jayhawks. Allen ha catturato l’attenzione di medici, atleti e allenatori dimostrando in prima persona l’impatto che la medicina manipolativa avrebbe avuto in ambito atletico. Oggi, osteopati e chiropratici forniscono servizi di medicina manuale agli atleti di tutti i livelli, tra cui squadre liceali, atleti professionisti e anche atleti olimpici. Nonostante il suo impiego così diffuso, il trattamento osteopatico applicato all’ambito atletico non è stato ancora sottoposto a rigorose indagini in letteratura.
Purtroppo, ci sono pochi dati sull’efficacia dell’OMT sugli atleti, ma applicando i principi dell’osteopatia è facilmente intuibile come, lavorando sulla biomeccanica e sulla fisiologia e aumentando il range di movimento e riducendo il dolore, si possano ottenere dei risultati sulle performance atletiche. Diversi ricercatori hanno valutato gli effetti della manipolazione spinale in vari parametri cinematici della spina dorsale, del bacino e dell’anca e hanno registrato notevoli benefici, giustificando ancora una volta l’impiego della manipolazione che, migliorando i movimenti, porta a una migliore prestazione atletica e a migliori risultati nelle competizioni. Al Virginia Tech è stato condotto uno studio pilota per esplorare ulteriormente il rapporto tra manipolazione e benefici percepiti dall’atleta, utilizzando uno strumento di autovalutazione. Un numero elevato di giocatori ha riferito che la maggior parte delle visite sono state correlate al miglioramento delle prestazioni. Nel complesso, il 68% dei giocatori ha dichiarato di aver deciso di fare delle sedute manipolative proprio per questo motivo. Poco più del 47% dei giocatori ha riferito che la maggior parte delle visite è stata voluta per aiutare a gestire il dolore associato alle competizioni. Questo studio pilota indica che una parte significativa degli atleti accede ai servizi manipolativi pre-gioco sia per il controllo del dolore sia per il miglioramento delle prestazioni.
Gli atleti di successo comprendono l’importanza della resistenza, della forza, della flessibilità, della propriocezione, della consapevolezza spaziale e dell’armonia mentale e spirituale. La competizione, ad alti livelli, richiede tessuti strutturalmente e funzionalmente sani, il coordinamento della rete neuromuscolare e una mente serena e concentrata. Fin dall’inizio, la medicina osteopatica ha assunto un ruolo attivo nella promozione della partecipazione all’atletica a tutti i livelli come mezzo per uno stile di vita sano. Il suo ruolo nella popolazione atletica può essere particolarmente importante per migliorare le prestazioni, il recupero da lesioni, la prevenzione dei danni e, in ultima analisi, ottenere risultati migliori nelle competizioni. Ogni paziente, incluso l’atleta, deve essere valutato e trattato su base individuale, sia dal punto di vista della struttura sia dal punto di vista della funzione. L’attuazione dei principi osteopatici applicati agli atleti, può essere di grande aiuto nel recupero e nella prevenzione di disturbi o lesioni. Si auspica pertanto che in futuro maggiori studi siano fatti per dimostrare l’efficacia dell’osteopatia in ambito atletico.
Fonte
Brolinson P.G. et al, Curr. Sports Med. Rep 2008, 7:49-56
(https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18296946)